Gianfranco De Palos
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Sei in: Saggi critici | Alberto Toni

L’opera di Gianfranco De Palos, nella sua estrema varietà, è ascrivibile a due fattori fondanti: il colore e la musica. Se di post-astrattismo si tratta, volendo con questo ricondurla a un retroterra esplorato, con tutta la storia che ne deriva, è pur vero che lo scarto compiuto è evidente e caratterizzante. Basta scorrere i titoli delle Pittosculture per rendersi conto che la contaminazione produce un senso aggiunto: Capriccio gitano, del 2003; Verso la voce, del 2004, fino agli ultimi del 2010: Lo show del colore e Il colore al guinzaglio. Geometria di contrasti sinuosi, tendenza astratta per riverberare suoni e colori, esaltarli nella loro nudità. Lo sfondo su cui si tracciano le linee e le curve assume così la dimensione metafisica dell’ascolto e della ricerca: tra la terra e il cielo.
In Omaggio a Luigi Nono, del 2005, ad esempio, la partitura a segmenti rimanda alla ricerca e al tentativo di suggerimento della tecnica adottata, alla sua, insomma, visibilità ed esibizione.

Esibizione sempre come metafora materica, mai come accompagnamento o spiegazione. Musica e colore, lingue, alfabeti del vissuto nella sua natura elementare, essenziale. Ma c’è dell’altro: l’operazione di De Palos ricrea l’illuminazione attraverso l’esaltazione dei sensi. C’è percezione viva nell’osservatore che, trasportato da una spazialità definita-indefinita, sente su di sé l’opera.

Il programmato, quindi, finisce per superare l’estetica contingente per disporsi nello spazio mentale di chi guarda.
Un’arte astratta della materia, si potrebbe dire, in cui le parti compongono lo spazio del desiderio, che è sempre altrove.
Definito e indefinito si inseguono in una continua girandola di effetti stranianti: l’autore potrebbe dire: “io suggerisco, non traccio linee guida”.
Ecco allora L’affascinante mistero di Dio, del 2007, con tutta l’esplosione policroma in evidenza. L’indicibile si materializza, esplode come nel Codice cosmico del 2009. Il sinestetico diventa tangibile: sembra di percepire movimento e musica: è il codice materico-astratto di De Palos.

Alberto Toni


g.depalos@libero.it