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Sei in: Saggi critici | Teodosio Martucci
Nel segno del gioiello l'idea della nuova medaglia
Creata per celebrare l'importanza storica di determinati avvenimenti dinastici, politici o militari,
la tecnica della medaglia pervenne all'acme della sua ricerca espressiva durante il periodo
rinascimentale.
Artisti come Pisanello, Leon Battista Alberti ed altri hanno elaborato modelli interpretativi in cui
all'eleganza ritmica della composizione si univa la sintesi dei molteplici riferimenti simbolici
e culturali.
In seguito questo significativo aspetto della creatività artistica è andato sempre più deteriorandosi
in una ritualistica celebrativa, priva di organiche innovazioni, attardata in prevalenza su
schemi iconografici ottocenteschi.
In prevalenza s'è detto.Perchè infatti non mancano personalità che, sensibilmente partecipi delle
tensioni dell'estetica contemporanea, hanno sperimentato in riferimento alla tipologia della medaglia
nuovi progetti e modelli d'inventiva concezione.
Fra queste certamente è da annoverare Gianfranco De Palos. Il suo originale confronto con l'essenza
visiva e strutturale della medaglia si distingue per una radicale trasformazione di finalità
concrete di linguaggio espressivo.
Nei lavori di De Palos, allargato l'orizzonte della consuetudinaria articolazione celebrativa,
la medaglia conquista nuovi spazi nell'ambito del design e del gioello.
Diventa monile, raffinata decorazione del corpo e della mente di cui interiormente interpreta sentimenti
e segreti desideri.
Il mondo austero, in alcuni casi è vero, anche retorico della vecchia "medaglia", si è dileguato,
dissolto nell'architettonico slancio di linee, nella ritmica danza di figure geometriche.
L'immagine, infatti, eliminando ogni riferimento alla figurazione, si apre ad un linguaggio
astratto di radice geometrica all'interno del quale convivono impulsi di natura inconscia.
Nell'incastonatura di particolari elementi materici, nei lampi di luce sfuggenti come saettanti
barbagli, nel dinamismo "surreale" della composizione pare avvertirsi l'eco della primitiva
oreficeria longobarda, raffinata e spiritualizzata dall'incontro con un luminoso e lirico design.
Da rilevare, inoltre, la lucidità del sentimento costruttivo dell'autore, la sua rigorosa analisi
creativa che scompone e ricompone in un assemblages senza peso, la magica struttura delle sue
medaglie. Esse rivivono plasticamente in una dimensione cosmica in cui la materia annulla
ogni dimensione per consacrare la forma nel suo acuto e fantastico sigillo dell'umana armonia.
Un linguaggio, quello di De Palos, che nella sintesi spaziale della medaglia, della quale
non vanno dimenticate le difficoltà tecniche di lavorazione, dovute alle ridotte dimensioni delle
superfici e al perimetro circolare delle medesime, sempre integra alla funzionalità tecnica della forma,
il sapore antico e moderno di una bellezza senza pregiudizi e senza confini.
Teodosio Martucci
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